A prima vista, questi due termini potrebbero essere confusi, talmente sono vicini. In sostanza, si tratta di trasmettere un messaggio tra due o più interlocutori di lingue diverse, che non potrebbero capirsi senza un intermediario che padroneggia i due idiomi, le due culture. Ma traduzione e interpretazione sono in realtà due attività distinte, che richiedono competenze e know-how specifici. La principale differenza tra questi due settori? Il mezzo: orale o scritto. Una ginnastica mentale quasi opposta.
La traduzione, il gusto delle parole… scritte
È questa la particolarità dei traduttori: lavorano su un testo scritto. Un traduttore ha la possibilità di leggere e rileggere il suo lavoro, ha tempo per selezionare le parole giuste per trasmettere il tono e la semantica dell’autore originale. A seconda della prestazione richiesta (la traduzione dell’ultimo libro di Paul Auster, o i sottotitoli di un video di Brut) le parole scelte non saranno le stesse per tradurre un testo dalla lingua A alla lingua B.
Noi di Ubiqus preferiamo parlare di adattamento. La sfumatura è sottile, ma c’è. Senza snobismo, potremmo dire che l’adattamento è l’apice della traduzione. I nostri linguisti tengono conto della prestazione richiesta (sottotitolaggio di un video, traduzione di una pagina web, o altro), delle preferenze dell’autore (che ci trasmetterà la sua carta editoriale) e del contesto del potenziale lettore. Qual è la sua cultura? Il suo vocabolario? Le sue aspettative, i suoi limiti, le sue aspirazioni? Un terreno da esplorare all’interno del nostro libro bianco.
L’interpretazione, in tempo reale
Per un interprete, il contesto è completamente diverso. L’interprete non ha la possibilità di prepararsi e immergersi nei testi che dovrà tradurre, dato che lavora su supporti orali, su scambi spontanei tra uomini e donne. Può intervenire in radio, durante l’intervista di una celebrità, in Parlamento, all’ONU, durante un incontro aziendale di persone di nazionalità diverse… Il suo ruolo è quello di far sì che ogni interlocutore colga ciò che viene detto. Ovviamente, il contesto è noto (è difficile che si parli di ricamo all’interno del Parlamento europeo), ma è tutto ciò di cui dispone l’interprete prima del suo intervento.
La ciliegina sulla torta: nel caso di scambi tête à tête, è possibile che l’interprete debba tradurre in entrambe le lingue. Il cervello lavora senza sosta per registrare e trasmettere le conversazioni in tempo reale, con pochi secondi di ritardo.
L’interprete può essere traduttore? Sì, ma è più difficile che un traduttore sia anche un interprete (a causa della ginnastica mentale di cui abbiamo parlato in precedenza). Ciò nonostante, l’interprete preferisce solitamente riposarsi tra una missione e l’altra, dato che il suo lavoro è mentalmente stancante, per essere operativo al 3000% ad ogni sessione. Benché la traduzione e l’interpretazione possano sembrare facili… richiedono molte competenze tecniche e pratiche da affinare nel corso degli anni!
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